Dal 24 Agosto 2016, il Centro Italia è stato duramente colpito da importanti eventi sismici che tutti noi purtroppo conosciamo.
L’Italia è stata ferita al cuore.


Con un grande sforzo collettivo stiamo uscendo dalla fase emergenziale ed abbiamo iniziato a costruire le basi da cui partire per la ricostruzione. Sappiamo bene che la stessa avrà un senso solo se i luoghi feriti riusciranno a ripristinare e mantenere la loro identità, la loro storia, la loro memoria, le loro radici e peculiarità che li contraddistinguono e valorizzano.
Certamente il recupero del patrimonio storico, artistico e culturale rappresenta un viatico per mantenere la coesione territoriale.
Sono emblematiche le tante testimonianze che raccontano di come i cittadini ancora oggi, dopo il recupero dei loro effetti personali cerchino di mettere in salvo i simboli storici dei loro paesi.
Diverse sono state le occasioni in cui le amministrazioni locali hanno espresso la propria volontà tesa a non far disperdere il patrimonio culturale presente nei loro territori.
Per questo motivo noi giovani amministratori di Marche, Abruzzo, Lazio ed Umbria siamo altrettanto fortemente convinti dell’importanza di ciò’:
non possiamo disperdere i nostri tesori, il nostro patrimonio culturale, le opere recuperate a seguito di crolli di musei, chiese e luoghi di cultura.
E’ pertanto fondamentale che i beni culturali danneggiati (in particolare le opere d’arte) restino per la gran parte e per quanto possibile, all’interno del territorio di provenienza.
È’ quindi necessario continuare il trend di valorizzazione dei musei intrapreso in questi anni. Ora più che mai. La delocalizzazione del patrimonio immenso ed identitario francesco_ameliprodurrebbe un’ulteriore penalizzazione in capo a chi ha già avuto tanti, troppi problemi.
Siamo consapevoli di come il nostro turismo e lo sviluppo di tutti i servizi ad esso accessori, derivi e si fondi in gran parte anche dalla presenza dei beni culturali. E’ un atto dovuto, a nostro avviso, e lo si ripete a gran voce, garantire alle comunità locali la non “delocalizzazione” delle proprie eccellenze.
Basandoci sulla Convenzione di Faro del 2015, pensiamo sia doveroso ed utile far tornare a vivere le nostre terre anche di laboratori di restauro, aperti a scuole e cittadini cosi da formare un nuovo concept di bottega diffuso. Le nostre terre hanno molto da offrire e spetta a noi proporlo e valorizzarlo.
Solo cosi saremo in grado di offrire un proseguo al lavoro di artigiani, restauratori, delle cooperative, divenendo così, nuovamente una terra delle opportunità. Perché non pensare alla nascita di start Up, legate proprio alla riqualificazione di un territorio partendo dal restauro dei beni culturali danneggiati?
Non sono poche le università e gli operatori e i professionisti in loco dei territori colpiti dal sisma che vantano al loro interno specialisti e studenti che operano nel campo del restauro.
Occorre mantenere le opere d’arte recuperate nei territori colpiti dal sisma!!
Allo stesso tempo, è importante pensare al futuro. Dovremo investire fortemente in mostre, iniziative promozionali e in finanziamenti mirati per il restauro. Al riguardo e in sintonia con quanto già proposto da alcuni sindaci del territorio, sarebbe opportuna la proposta di un “Art bonus speciale” per i beni culturali dei territori colpiti.
Soluzioni adeguate con finanziamenti ad hoc per nuove tipologie di promozione turistica, creando nuovi posti di lavoro e incrementando le attività già presenti.
Questa riteniamo sia una linea da seguire.
Vicini alle comunità colpite non solo nell’emergenza ma anche e soprattutto per costruire il futuro insieme.

Anci Giovane Marche