ANCONA – “I Sindaci della Marche, dei quali mi faccio portavoce, esprimono legittime preoccupazioni per la decisione della Conferenza Stato-Città di rinviare al 30 settembre il termine per l’approvazione dei bilanci preventivi solo per Città Metropolitane e Province”.

Così comincia la lettera che il presidente di Anci Marche ha inviato al presidente dell’Anci nazionale Piero Fassino. Il tema è di quelli di assoluto rilievo perché è di tutta evidenza che è indispensabile che il Governo conceda una proroga dei bilanci previsionali 2015 al 30 settembre. Tale richiesta è motivata dalle difficoltà manifestate dai nostri Comuni a causa dell’indeterminatezza di alcuni dispositivi contenuti nel DL 78/2015, dei conseguenti ulteriori oneri derivanti dall’allocazione dei crediti di dubbia esigibilità oltre che degli ulteriori tagli derivanti dalle precedenti norme di finanza locale e dalla legge di stabilità 2015. Anci_tavolo

Non ultimo – insiste Mangialardi rivolgendosi ancora al sindaco di Torino – ti rappresento le enormi difficoltà, nel definire i bilanci, che stanno affrontando i Comuni che hanno rinnovato le proprie amministrazioni con le elezioni del mese di maggio scorso”. A questo segue la piena condivisione di Anci Marche delle 70 pagine di emendamenti che Anci ha presentato il 9 luglio, a testimonianza che il DL 78/2015 enti locali, che doveva essere approvato a febbraio, e che risulta tardivo ed insoddisfacente, lascia irrisolte molte questioni: dalla Polizia locale, ai Vigili Urbani stagionali, all’IMU agricola, alla questione dell’ obbligo gestioni associate per i piccoli Comuni.

Inoltre c’è la questione che ha animato il dibattito politico degli ultimi giorni coinvolgendo il governo e che riguarda il taglio delle tasse sulla casa annunciato per il 2016 dal premier Renzi. “Anci Marche ovviamente è favorevole alla riduzione fiscale a carico di famiglie ed imprese per favorire la ripresa – conclude Mangialardi – ma ricordo che le imposte sulla casa sono praticamente l’unica fonte di gettito per i comuni dopo i tagli costanti dei finanziamenti agli enti locali da parte dei vari governi e le rigidità del Patto di Stabilità”.

Inoltre il presidente di Anci Marche pone l’accento sul tema della crescita “che passa – scrive – per il cammino delle riforme costituzionali (con il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione nel numero di parlamentari) ed istituzionali (normativa incentivante per la fusione ed unione dei comuni) e che non deve rallentare la sua marcia, rinnovando il patto tra governanti e governati in una logica di tutela dei diritti e di promozione dei doveri, rafforzando la governance dei comuni e restituendo loro la possibilità di fare investire a favore della gestione del territorio e dell’economia locale. Ecco quindi che occorre una soluzione più funzionale e più rispettosa dell’autonomia locale, incentivi e premialità di carattere fiscale, semplificazione delle procedure previste per la realizzazione dei processi associativi, gestione finanziaria unica per le unioni dei comuni e riscossione diretta di una parte della local tax; riformulare la disposizione in materia di spese di personale e turn-over; Centrale Unica di Committenza per importi superiori a 40mila euro.