ANCONA – “Non sta a noi commentare le dichiarazioni del Presidente Ceriscioli relativamente ai 23 ambiti sociali proposti per razionalizzare il numero dei comuni ma, di certo, Anci Marche siede al tavolo del confronto istituzionale con la certezza di avere voce in capitolo in una materia che la vede direttamente coinvolta”.
Così Maurizio Mangialardi, Presidente di Anci Marche, ha sintetizzato la posizione dei Comuni marchigiani che si ritroveranno giovedì 15 ottobre per un consiglio direttivo nel quale all’ordine del giorno c’è anche questa tematica. “E’ chiaro che servono i tempi giusti ed i percorsi adeguati perché certi progetti di riforma possano essere vagliati nel rispetto di tutti i territori coinvolti, della loro storia e tradizione, e di chi li amministra – ha aggiunto Mangialardi – ma è di tutta evidenza che il tema è di stretta attualità anche considerando la riduzione dei trasferimenti che arrivano dallo stato e le crescenti difficoltà di tutti i comuni a chiudere i bilanci”.
“Al Parlamento va ascritta la responsabilità di aver trascurato il tema per il completamento del percorso associativo – ha aggiunto – ma il tema va posto anche considerando che le ipotesi di unioni, fusioni e funzioni associate sono soluzioni possibili che vanno inquadrate in una prospettiva strategica più ampia che guardi al principio di bacini omogenei e non tanto al concetto di accorpare comuni semplicemente confinanti”.
Resta tuttavia la convinzione che la riduzione degli sprechi nella pubblica amministrazione poco o nulla abbia a che fare con i comuni, ad oggi in Italia 8mila su 58 milioni di abitanti già pochi rispetto alla Francia che su 66 milioni di abitanti ha 36mila comuni, ed alla Germania che ha 12mila comuni su 80 milioni di abitanti. “Il problema vero – conclude Mangialardi – è che la stagione dei tagli ai Comuni durata 7 anni e costata 18 miliardi deve finire. Le aperture del governo al superamento del Patto di Stabilità sono confortanti ma anche qui attendiamo gli atti concreti”.