VIVERONE (BI) – “Arrestare il fenomeno dello spopolamento delle aree rurali ed interne era e resta la priorità”. Lo ha detto il presidente di Anci Marche e sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, parlando nel corso della XVIII assemblea annuale dei piccoli Comuni Anci in corso di svolgimento a Viverone.
“Se non ci fossero stati quei presidi, quei sindaci, nei territori terremotati – ha ricordato Mangialardi – i problemi non sarebbero state le casette e le macerie. Senza loro oggi saremmo ancora lì a guardare cosa fosse accaduto. Sono stati loro i primi volontari che hanno difeso e danno prospettiva al territorio”.
“Non è ancora chiaro a tutti nel resto d’Italia cosa è accaduto” ha rimarcato il presidente di Anci Marche”. “Il sisma è stato l’evento più distruttivo dopo la seconda guerra mondiale. I sindaci hanno voglia di avanzare proposte, non di fare critiche asettiche. Per proteggere questi Comuni dobbiamo evitare lo spopolamento e facilitare le ricostruzioni, che non sono solo case, scuole e strade, ma anche la necessità di garantire il tessuto connettivo, la presenza delle persone, costruire relazioni e comunità. Se quei luoghi si desertificano è inutile parlare di ricostruzione”.
“A nostro avviso – ha aggiunto Mangialardi – occorre dare vita ad un Progetto Paese che, grazie alla definizione di politiche mirate sulle esigenze dei piccoli comuni sappia contrastare il disagio insediativo e favorire il controesodo anche nelle aree più periferiche della penisola, facendo sistema tra aree rurali ed aree urbane”. “I piccoli comuni – ha concluso il coordinatore nazionale delle Anci regionali – per quanto afflitti da innumerevoli disagi e carenze di servizi, rappresentano un patrimonio di inestimabile valore e sono decisivi per il nostro Paese: il loro rilancio deve avvenire nella direzione dello sviluppo sostenibile e dell’equilibrato governo del territorio, attraverso la migliore efficienza e qualità dei servizi essenziali”.