Da Mangialardi a Ricci a Castelli, la voce delle Marche è protagonista all’Assemblea Nazionale dell’Associazione dei Comuni Italiani in corso di svolgimento al Lingotto di Torino.

La proposta che l’Anci nazionale ha posto all’attenzione di tutte le istituzioni e degli 8mila sindaci italiani è stata presentata nel corso dal suo intervento prima dal presidente Fassino e poi dal vice presidente Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, ed ha riguardato una autoriforma territoriale che passa per diversi punti che riguardano: “La sospensione per sei mesi del termine del 31 dicembre 2015 per l’obbligatorietà delle unioni di Comuni per i piccoli centri, dando la possibilità alle aree vaste di definire bacini omogenei di aggregazione comunale, dentro cui sviluppare unioni decise dagli stessi Comuni. Tutto questo per fare una buona riforma e migliorare il sistema della governance dei territori”.

“La proposta la condividiamo in toto – ha detto Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche – ed in questi sei mesi abbiamo il compito di definire la migliore soluzione per la nostra regione nell’interesse dei cittadini”. Inoltre l’Anci regionale sostiene l’idea secondo la quale “con lo svuotamento delle province, appare necessario rafforzare i Comuni e non soltanto i piccoli centri, visto che su questo tema passa il potenziamento dell’intero sistema comunale, ivi comprese le città metropolitane”. Per fare questo, “dobbiamo uscire dalla logica demografica e dell’obbligatorietà e dare la possibilità ai Comuni, di individuare gli ambiti omogenei adeguati entro cui incentivare le gestioni associate, sia rispetto all’efficientamento dei servizi che rispetto al tema del patto di stabilità”.mangialardi_torino

I comuni italianai si sono confrontati anche sulla riforma del bicameralismo condividendone l’impianto che semplifica e modernizza il sistema istituzionale anche se il Senato delle autonomie, prevede soltanto 21 sindaci su 100 senatori. Riguardo l’altro tassello della nuova governance territoriale va avviato un binario parallelo di discussione con il governo ed il Parlamento, sul nuovo assetto regionale. L’idea proposta dai comuni è quella di andare verso un modello in cui le Regioni programmano e fanno le leggi e i Comuni gestiscono evitando il rischio di cadere in una gestione neocentralista che non corrisponde alle esigenze dei Comuni.

La delegazione dei sindaci marchigiani è guidata dal presidente Maurizio Mangialardi (Senigallia), i vice presidente Goffredo Brandoni (Senigallia) e Romano Carancini (Macerata), il direttore Marcello Bedeschi, i sindaci dei comuni capoluogo di provincia, il coordinatore dei piccoli comuni Roberto De Angelis, dei giovani amministratori Federico Scaramucci e dei consigli comunali Marco Fioravanti. Il tema di quest’anno è: “L’Italia che crede, che ama, che lotta, l’Italia che vince”.
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